Vuoi aprire un affittacamere? Redigere un business plan professionale è un passaggio essenziale. Abbiamo realizzato un business plan pensato appositamente per progetti di affittacamere, completo in ogni sua parte e ottimizzato per la richiesta di prestiti, finanziamenti o per la partecipazione a bandi.

Se si hanno delle camere in più all’interno della propria abitazione o si è proprietari di seconda casa, si può decidere di sfruttare questi spazi per creare un affittacamere.

L’apertura di un affittacamere rappresenta un’ottima opportunità per chi vuole un reddito extra o desidera iniziare un nuovo lavoro nel settore del turismo.

Quando si parla di affittacamere, si fa spesso confusione con altri due tipi di strutture ricettive, i bed and breakfast e le case vacanze, ma è opportuno sottolineare che si tratta di un istituto che le sue regole e le sue peculiarità.

Vedi anche: come aprire una casa vacanze.

Gli affittacamere, come è specificato nella legge quadro per il turismo n. 217 del 17 maggio 1983, sono “strutture composte da non più di sei camere ubicate in non più di due appartamenti ammobiliati in uno stesso stabile nei quali sono forniti alloggio e, eventualmente, servizi complementari”.

In questo articolo vedremo nel dettaglio come si apre un affittacamere, la normativa vigente e quali sono i costi iniziali da sostenere per la nuova attività.

Aprire un affittacamere: normativa vigente e differenze con altro tipo di strutture

Se si desidera trasformare la propria abitazione e avviare l’attività di affittacamere è necessario seguire le norme stabilite nella legge quadro sul turismo, ma rispettare anche le regole previste nelle singole regioni, riguardanti soprattutto gli accessi, la sicurezza e gli adempimenti burocratici.

Prima di aprire un affittacamere è quindi opportuno informarsi riguardo la normativa vigente nella regione dove avrà sede il nuovo affittacamere, solitamente presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive del proprio comune di residenza.

Come ha specificato l’art. 6 della Legge n.217/1983, la struttura di affittacamere deve essere composta da un massimo di sei camere, per un numero di 12 posti letto complessivi e ogni stanza deve avere un accesso esclusivo.

Le camere devono essere ubicate all’interno di un unico immobile, anche se distribuiti su due appartamenti separati e devono essere ammobiliate, mentre non specificato nel dettato di legge se debbano essere provviste di un bagno privato.

L’attività di affittacamere non prevede la somministrazione di colazione, altrimenti si tratterà di strutture simili ai Bed & Breakfast, anche se in alcune Regioni è consentito preparare alcuni pasti.

Vedi anche: come aprire un B&B.

Quando la legge parla di “servizi complementari“, non si intendono quelli forniti dagli hotel, come parcheggio custodito, colazione in camera e reception, ma solo alcuni servizi essenziali come:

  • fornitura di acqua, luce e riscaldamento (o climatizzazione);
  • pulizia quotidiana dei locali;
  • cambio di biancheria quando arrivano nuovi clienti;
  • ricevimento degli ospiti.

In aggiunta alla definizione fornita dalla legge per le attività di affittacamere, si specifica che queste strutture devono essere locate diverse volte l’anno e a persone diverse.

L’attività di affittacamere è differente da quella dei b&b perché non è consentita la somministrazione, ma non può essere sicuramente assimilato a una casa vacanze, visto che si tratta di immobili affittati solo a turisti e che non sono previsti servizi complementari, oltre alla fornitura di gas, luce e acqua.

La gestione dell’attività di affittacamere è sicuramente meno complessa rispetto agli alberghi o ai b&b, perché non è prevista la somministrazione dei pasti o di servizi personalizzati (servizio in camera, reception, biancheria in bagno e in camera).

L’iter burocratico

Negli ultimi anni, il numero di affittacamere è notevolmente cresciuto, soprattutto perché molti proprietari di immobili desiderano ottenere un reddito extra per sostenere le spese fisse di un immobile, ma anche perché gli ospiti vogliono risparmiare sul costo complessivo dell’alloggio.

Prima di spiegarvi nel dettaglio come aprire un affittacamere, è opportuno specificare che questa attività lavorativa può essere esercitata professionalmente o occasionalmente.

La differenza tra le due gestioni modifica l’iter burocratico per l’apertura di un affittacamere, di conseguenza se si vuole svolgere l’attività in maniera professionale bisognerà aprire una partita IVA entro 30 giorni dall’apertura ed eseguire altri adempimenti.

Oltre all’apertura della partita IVA, bisognerà iscriversi al registro delle imprese della Camera di Commercio dove ha sede l’affittacamere.

Se si è residenti nello stesso immobile dove sarà aperto l’affittacamere e non si ha la volontà di svolgere questa attività continuativamente, allora non sarà necessario aprire la partita IVA e registrarsi presso la Camera di Commercio.

Qualunque sia la modalità di gestione di affittacamere, sia in forma professionale o occasionale, è sempre obbligatorio presentare presso il comune di residenza la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP).

Nella SCIA si dovranno inserire alcune informazioni: indirizzo completo dell’immobile, planimetria, numero camere e disposizione, dati personali e documenti del richiedente e caratteristiche del servizio.

Nella SCIA, bisognerà anche specificare che l’immobile possiede i requisiti igienico sanitari e costruttivi previsti dalla legge, in seguito bisognerà inviare tale domanda in formato digitale.

Per quanto riguarda l’attività professionale come affittacamere, sarà opportuno versare i contributi INPS in base al reddito prodotto, mentre per quella occasionale si dovranno semplicemente inserire nella dichiarazione dei redditi.

L’ultimo adempimento che il proprietario dell’affittacamere deve effettuare all’arrivo di ogni nuovo ospite è la comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza tramite il portale Alloggiati-Web e fornire ai clienti un contratto di locazione.

Costi, tasse e investimento iniziale

Per aprire un affittacamere bisognerà affrontare alcune spese, ad esempio se si dovranno trasformare le stanze della propria casa in alloggi accoglienti e dotati dei servizi essenziali.

La spesa per arredare le stanze variano in base allo stile scelto, al tipo di mobili e se è necessario costruire dei nuovi bagni per gli ospiti. In media, l’investimento iniziale può aggirarsi tra i 10.000 – 15.000 €, ma dipende sempre dagli interventi che si vogliono eseguire.

Se le camere sono già pronte per essere locate e non è necessario acquistare altri arredi o ristrutturare i bagni, allora l’investimento iniziale è davvero minimo (spese per la biancheria, acquisto di pc per registrazione ospiti, attrezzature e prodotti per la pulizia quotidiana).

Se si svolge l’attività professionale di affittacamere, bisognerà invece preventivare dei costi fissi, come l’apertura della partita IVA, le spese per il commercialista e il versamento di 17,90 € per l’iscrizione al registro delle imprese.

In aggiunta a questi costi, dovrete calcolare la spesa della marca da bollo di 2 € per ogni ricevuta di pagamento rilasciata al cliente. Se la presentazione della SCIA viene affidata a un tecnico, il costo medio per tale prestazione è di 200-300 €.

I costi per aprire un affittacamere sono davvero contenuti, invece i guadagni potrebbero essere davvero elevati se si riescono ad ottenere buoni feedback dal cliente e se l’immobile è situato in città d’arte o nelle località balneari.

Per quanto riguarda l’attività professionale come affittacamere, sarà opportuno versare i contributi INPS in base al reddito prodotto, mentre per quella occasionale si dovranno semplicemente inserire nella dichiarazione dei redditi.

L’importanza di un business plan

Per avviare l’attività di affittacamere e accedere anche ad alcuni finanziamenti europei per il turismo e la valorizzazione del territorio è sempre opportuno redigere un business plan, dove si specifica ogni aspetto della nuova impresa.

Nel business plan è necessario presentare la propria idea di affittacamere, specificando i punti di forza dell’immobile, i servizi complementari, i vantaggi per i clienti e per potenziali investitori.

Quando si scrive un business plan, bisogna avere le idee chiare e capire quali sono gli obiettivi a lungo termine che l’affittacamere vuole raggiungere, in questo modo sarà più semplice gestire la nuova attività e rispettare tutti gli scopi prefissati.

Il business plan rappresenta il biglietto da visita di ogni nuova impresa e deve comprendere un’analisi dettagliata della concorrenza, del territorio in cui si opera e delle opportunità di crescita dell’affittacamere, sia in termini di ampliamento dei servizi che di assunzione di altre unità.

Vedi anche: business plan per hotel e B&B.

Aprire un affittacamere non è un’impresa complicata, soprattutto se si hanno già delle stanze da destinare agli ospiti, ed è la scelta migliore se si vogliono muovere i primi passi nel settore del turismo, inoltre non sono previsti molti adempimenti burocratici, come nel caso di b&b, alberghi e pensioni.

Un altro vantaggio nello scegliere di iniziare un’attività come affittacamere è che si può scegliere la forma occasionale e ottenere subito un reddito extra.